ottobre 2006
sabato 21
Sala Consiliare Palazzo di Città
ore 20:00
L'ULTIMA MOSSA - Omaggio a Piripicchio
di Angelo Saponara - ed. GELSOROSSO
Conversazioni con Lino Angiuli e Angelo Saponara
Letture recitate: Lino Di Turi
Concerto: Addosso agli Scalini
Mostra fotografica e Videoproiezioni
domenica 22
Biblioteca Comunale
ore 18:30
LETTURE PER In-Cantare... I PIù PICCINI (?)
Luisa Varesano racconta Tintillo e la luna
16-21 ottobre
Lìbrido! Mostra di libri d'artista (Libreria Anima Mundi Via G. Di Vittorio)
Il libro
ed. GELSOROSSO, 2006
Fotografie: Angelo Saponara
Prefazioni: Lino Banfi e Michele Mirabella
Saggi: Vito Maurogiovanni, Edigio Pani e Enzo Spera
"Era un attore povero, recitava per strada come i grandi giullari di razza di un tempo.
E del giullare aveva il talento a forti tinte, la faccia mobilissima, la voce intonata e stentorea"
Michele Mirabella
Fotografie: Angelo Saponara
Prefazioni: Lino Banfi e Michele Mirabella
Saggi: Vito Maurogiovanni, Edigio Pani e Enzo Spera
"Era un attore povero, recitava per strada come i grandi giullari di razza di un tempo.
E del giullare aveva il talento a forti tinte, la faccia mobilissima, la voce intonata e stentorea"
Michele Mirabella
Chi era Piripicchio?
Michele Genovese, in arte "Piripicchio", nacque nella città di Barletta nel 1907 e visse con quel poco che gli spettatori alle sue esibizioni lasciavano generosamente nel suo cappello. Era il Charlie Chaplin pugliese, una maschera irresistibile a cui bastava una bombetta nera calzata in testa, un paio di baffetti e un bastone sottile che accompagnava con gesti allusivi le sue battute.
Con la sua morte, sopraggiunta nel 1980, la tradizione dell’avanspettacolo povero ha perso il suo ultimo testimone.
Il fotografo
Angelo Saponara, etnofotografo, è nato a Lagosta (ex Jugoslavia) nel 1934. La sua cinquantennale attività è stata completamente dedicata alla documentazione e valorizzazione, attraverso il mezzo fotografico, della cultura popolare appulo-lucana e dell'intero Mezzogiorno.
I suoi lavori sono ospitati nell'ambito di rassegne e musei nazionali ed esteri, mentre alcune sue ricerche vengono utilizzate da noti studiosi di etnoantropologia come supporto iconograficoper pubblicazioni di carattere scientifico. Suoi reportage fotografici sono presenti, tra l'altro, in Madrepuglia (1991), Terranima (2002), Cartoline dall'aldiqua (2004).
Il Teatro di strada
Era lì nello spiazzo, nella strada, nel palcoscenico senza scena dove si esibivano personaggi incredibili che venivano dal profondo della società, da miserie ed emarginazioni, nelle storie non dette e tutte scritte sui loro volti che ho colto la bellezza del sincero mostrarsi teatrale, dell’essere “maschera”, intuito il senso misterioso della rappresentazione: necessità della gente di vedersi, prima ancora che di essere vista. Di applaudirsi, prima di applaudire. Era lì, in luoghi minuscoli, per strade, nelle piazze il regno dell’Arte, interpretata da affamati eroi, Artisti senza Arte. Il Teatro fatto per strada (meglio la rappresentazione di strada) contiene molti diversi modi di apparire e le sue forme antiche precedono l’invenzione della tragedia in Atene, della danza sacra di ancestrali religioni.
dal saggio introduttivo di Egidio Pani
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