IL SUD DEGLI INCANTI
Fin dal mattino, davanti ai libri accumulati sulla mia tavola, faccio la mia preghiera al dio della lettura: “dacci oggi la nostra fame quotidiana…
G. Bachelard
FESTA DEI LETTORI 2005
TEATRO COMUNALE
PROGRAMMA
24 settembre
ore 18:00
Conversazione con Piero Castoro (Centro Studi Torre di Nebbia)
Storia, o meglio, cronaca della costituzione del Parco dell'Alta Murgia narrata da uno dei suoi protagonisti
Presentazione dei testi editi dal Centro Studi Torre di Nebbia
ore 19:00
Presentazione del 2° video della serie TracceMnestiche
Cortometraggio realizzato da Lorenzo Zitoli sulla memoria perduta dell’Alta Murgia intitolato “Io parlo murgiano”. Produzione Ass. Cult. Mne-Mò
Cortometraggio realizzato da Lorenzo Zitoli sulla memoria perduta dell’Alta Murgia intitolato “Io parlo murgiano”. Produzione Ass. Cult. Mne-Mò
ore 20:00
Riflessioni sul meridione attraverso la figura e le opere di Rocco Scotellaro
Incontro con Nicola Tranfaglia
Letture di Michele Sinisi
A seguire degustazione di prodotti tipici e piccola fiera dell'editoria pugliese a cura della libreria Anima Mundi
19-24 settembre
Libri in vetrina (via Duomo)
21 settembre
Raccontami una fiaba!
Letture per incantare grandi e piccini
Libreria Ambarabàciccicocò
Conversazione con Nicola Tranfaglia e letture di Michele Sinisi
L'uva puttanella. Contadini del Sud di Rocco Scotellaro intr. di N. Tranfaglia, pref. di A. Melfi
ed. Laterza
L' uva puttanella
Si tratta di un romanzo autobiografico probabilmente iniziato attorno al 1950 e rimasto incompiuto a causa dell’ improvvisa morte di Scotellaro.
I primi capitoli di quest’opera presentano l’autore, dalla sua infanzia fino alle vicende che lo portarono in carcere e alle dimissioni da sindaco, per poi svilupparsi, facendo emergere intenti ben più ambiziosi di un semplice racconto di eventi personali.
Infatti, nonostante la narrazione sia frammentaria e disomogenea, appare chiaro che gli eventi negativi vissuti sono spunti per una riflessione ampia e profonda sul contesto storico in cui Scotellaro vive, concentrandosi in modo particolare su quel sottoproletariato rurale (paragonato agli acini maturi, ma piccoli, di uva puttanella) di cui ben conosce angosce e tribolazioni, riuscendo ad unire a questi sentimenti la ricerca di soluzioni e risposte adeguate.
Si tratta di un romanzo autobiografico probabilmente iniziato attorno al 1950 e rimasto incompiuto a causa dell’ improvvisa morte di Scotellaro.
I primi capitoli di quest’opera presentano l’autore, dalla sua infanzia fino alle vicende che lo portarono in carcere e alle dimissioni da sindaco, per poi svilupparsi, facendo emergere intenti ben più ambiziosi di un semplice racconto di eventi personali.
Infatti, nonostante la narrazione sia frammentaria e disomogenea, appare chiaro che gli eventi negativi vissuti sono spunti per una riflessione ampia e profonda sul contesto storico in cui Scotellaro vive, concentrandosi in modo particolare su quel sottoproletariato rurale (paragonato agli acini maturi, ma piccoli, di uva puttanella) di cui ben conosce angosce e tribolazioni, riuscendo ad unire a questi sentimenti la ricerca di soluzioni e risposte adeguate.
Contadini del Sud
E’ un’indagine sociologica iniziata nel 1950 e rimasta anch’essa incompiuta.
E’ costituita dalla narrazione di storie individuali, fatte dagli stessi protagonisti, molto differenti tra loro: Cosimo Montefusco, bufalaro della piana del Sele, le cui ambizioni non si spingono oltre lo scavar fossi e zappare il proprio terreno; Andrea Di Grazia, coltivatore diretto e democristiano; Francesco Chironna, mezzadro, potatore e innestatore, che si ritiene politicamente indipendente; Michele Mulieri, contadino ed artigiano, anarchico; Antonio Mangiamele,suo intimo amico;Antonio Laurenzana piccolo affittuario di Tricarico.
Attraverso le loro testimonianze e alcuni scritti lasciatigli dalla madre, l’autore riesce a dipingere il variegato quadro della civiltà contadina, fatto certamente di dolore e sconforto, ma anche carico di voglia di riscatto dato anche da un certo “risveglio politico”.
Rocco Scotellaro
Poeta, intellettuale e meridonalista socialista (Tricarico il 19 aprile 1923 - Portici il 15 dicembre 1953).
Poeta, intellettuale e meridonalista socialista (Tricarico il 19 aprile 1923 - Portici il 15 dicembre 1953).
Membro del Comitato di Liberazione cittadino, opera per il rinnovamento della vita politica e democratica nella Basilicata del dopoguerra.
A soli 23 anni è primo sindaco della Tricarico dell'Italia repubblicana.
La sua azione amministrativa si contraddistingue per il coinvolgimento del popolo nella risoluzione dei problemi, come testimonia l’impegno per la fondazione dell’Ospedale civile di Tricarico (1947). È protagonista appassionato del momento epico dell’occupazione delle terre e della riforma agraria.
Dopo l’ingiusta esperienza del carcere (1950), si trasferisce a Portici presso l’Osservatorio di Economia Agraria, dove collabora con Manlio Rossi-Doria agli studi per il Piano Regionale di Sviluppo per la Basilicata. Profondo è il suo legame con Carlo Levi, Rocco Mazzarone e il Movimento di Comunità di Adriano Olivetti. Partecipa alle indagini sulla civiltà contadina in Lucania condotte da George Peck, Friederick G. Friedmann, Ernesto De Martino.
Aperto al dibattito culturale italiano, ha lasciato un «centinaio di liriche che – a giudizio di Eugenio Montale – rimangono le più significative del nostro tempo».
Alla poesia (É fatto giorno, Mondadori, Milano 1954 - Premio Viareggio) si affianca la prosa (Contadini del Sud, Laterza, Bari 1954 e L'uva puttanella, Laterza, Bari 1955). Lo spessore della produzione poetica di questo «precoce e sfortunato maestro del nostro neorealismo», tradotta in varie lingue, emerge sui fermenti della sua terra e del suo tempo, per raggiungere toni lirici di portata universale (R. Scotellaro, Tutte le poesie. 1940-1953, a cura di Franco Vitelli, Mondadori, Milano 2004). Scrisse numerose poesie raccolte nel volume È fatto giorno (Milano 1954, premio Viareggio) e lasciò incompiute le Contadini del Sud e L'uva puttanella ripubblicate dalla Laterza.
Sempre nuova è l'alba
Non gridatemi più dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
Che all'ilare tempo della sera
s'acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna –
l'oasi verde della triste speranza –
lindo conserva un guanciale di pietra....
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perchè lungo il perire dei tempi
l'alba è nuova, è nuova.
1948
(Rocco Scotellaro)
Tutte le poesie di Rocco Scotellaro ed. Mondadori, 2004
Il volume comprende l'intera produzione poetica del precoce e sfortunato maestro del nostro neorealismo, a cura del suo più attento critico, Franco Vitelli, e con una introduzione di un poeta contemporaneo, Maurizio Cucchi, che ha sempre avuto un'attenzione particolare per Rocco Scotellaro. Ne emerge lo spessore di una poesia che non è strettamente legata ai fermenti del suo periodo, perché l'autore, oltre alla sua vistosa e dichiarata presenza nel reale della sua terra e del suo tempo - che riesce a interpretare ad altissimo livello - è anche un lirico capace di prodursi in immagini di grande effetto e colore, con tratti di estro vivacissimo vicino al surrealismo.
Info:
Nicola Tranfaglia (Napoli, 2 ottobre 1938) è uno storico, politico e docente universitario italiano.
Si è laureato nel 1961 in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Napoli, con tesi in Storia della Corte costituzionale in Italia. Nel seguito ricopre il ruolo di ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino per tre anni, poi diventa assistente di Alessandro Galante Garrone, pervenendo alla libera docenza di Storia Contemporanea,la sua carriera accademica lo conduce ordinario di Storia Contemporanea e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli studi di Torino.
Risulta essere membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia, membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi,membro della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti riforma universitaria. Come giornalista è editorialista del giornale la Repubblica e collaboratore de L'Espresso, come storico è pure condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci.
Nella sua carriera di storico ha una lunga esperienza di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico, essendo pure direttore dell'opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, edizioni La Nuova Italia (1976-1983) e dirigendo in collaborazione con Massimo Firpo la Storia, Utet (1981) mentre in collaborazione con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95, ricopre il ruolo istituzionale di deputato al parlamento Italiano ed è componente della VII Commissione inerente cultura, scienze, istruzione nonché della Commissione parlamentarare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Collabora spesso con Giuseppe Casarrubea per quanto riguarda l'intreccio mafia/neofascismo/servizi segreti statunitensi a cavallo del secondo dopoguerra, il lavoro è in gran parte basato sulla catalogazione ed analisi dei documenti inerenti il periodo desecratati dall'OSS.
Bibliografia
Si è laureato nel 1961 in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Napoli, con tesi in Storia della Corte costituzionale in Italia. Nel seguito ricopre il ruolo di ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino per tre anni, poi diventa assistente di Alessandro Galante Garrone, pervenendo alla libera docenza di Storia Contemporanea,la sua carriera accademica lo conduce ordinario di Storia Contemporanea e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli studi di Torino.
Risulta essere membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia, membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi,membro della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti riforma universitaria. Come giornalista è editorialista del giornale la Repubblica e collaboratore de L'Espresso, come storico è pure condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci.
Nella sua carriera di storico ha una lunga esperienza di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico, essendo pure direttore dell'opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, edizioni La Nuova Italia (1976-1983) e dirigendo in collaborazione con Massimo Firpo la Storia, Utet (1981) mentre in collaborazione con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95, ricopre il ruolo istituzionale di deputato al parlamento Italiano ed è componente della VII Commissione inerente cultura, scienze, istruzione nonché della Commissione parlamentarare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Collabora spesso con Giuseppe Casarrubea per quanto riguarda l'intreccio mafia/neofascismo/servizi segreti statunitensi a cavallo del secondo dopoguerra, il lavoro è in gran parte basato sulla catalogazione ed analisi dei documenti inerenti il periodo desecratati dall'OSS.
Bibliografia
Info: Nicola Tranfaglia Blog
N.B.
Se si parla di Rocco Scotellaro non si può non ricordare Amelia Rosselli che è stata sua compagna.
Amelia Rosselli nacque a Parigi, figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale, e di Marion Cave, un'attivista del partito laburista di fede quacchera.
Nel 1940, dopo l’assassinio del padre e dello zio ad opera delle milizie fasciste in Francia (1937), esiliò con la famiglia, esperienza che determinò il carattere apolide ed insieme personalistico della sua opera.
La Rosselli si trasferì dapprima in Svizzera e quindi negli Stati Uniti. Compì all’estero senza regolarità studi letterari, filosofici e musicali, ultimandoli in Inghilterra poiché in Italia, dove era tornata nel 1946, non le poterono essere riconosciuti.
Negli anni ’40 e ’50 si occupò di teoria musicale, etnomusicologia e composizione, trasponendo le sue ricerche in una numerosa serie di saggi. Nel 1948 cominciò a lavorare come traduttrice dall’inglese per alcune case editrici di Firenze e Roma e per la Rai; nel frattempo continuò a dedicarsi a studi letterari e filosofici. In questi anni cominciò a frequentare gli ambienti letterari romani (nel 1950 conobbe lo scrittore Rocco Scotellaro - di cui s'innamorò e col quale rimase sino alla morte di lui - che le presentò poi Carlo Levi) e gli artisti che avrebbero successivamente dato vita all'avanguardia del gruppo 63.
Negli anni Sessanta si iscrisse al PCI nel 1958 e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l'attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini.
Nel 1963 pubblicò su Il Menabò ventiquattro poesie. L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche, edita da Garzanti. Nel 1981 uscì Impromptu, un lungo poema diviso in tredici sezioni, e nel 1983 Appunti sparsi e persi, scritti tra il 1952 e il 1963. Molti dei suoi racconti in prosa furono pubblicati nel 1968, con il titolo Diario ottuso.
La protratta malattia e la conseguente morte della madre le causarono un esaurimento nervoso. L'apprendere di essere affetta dal morbo di Parkinson, nel 1969, non le impedì di proseguire gli studi di musicologia.
È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida il'11 febbraio 1996 per cause connesse ad una grave depressione. La data del suicidio segna forse volontariamente un nesso indelebile con quella di Sylvia Plath, autrice che la Rosselli tradusse ed amò anche sul piano dell'indagine biografica.
Bibliografia
La Rosselli si trasferì dapprima in Svizzera e quindi negli Stati Uniti. Compì all’estero senza regolarità studi letterari, filosofici e musicali, ultimandoli in Inghilterra poiché in Italia, dove era tornata nel 1946, non le poterono essere riconosciuti.
Negli anni ’40 e ’50 si occupò di teoria musicale, etnomusicologia e composizione, trasponendo le sue ricerche in una numerosa serie di saggi. Nel 1948 cominciò a lavorare come traduttrice dall’inglese per alcune case editrici di Firenze e Roma e per la Rai; nel frattempo continuò a dedicarsi a studi letterari e filosofici. In questi anni cominciò a frequentare gli ambienti letterari romani (nel 1950 conobbe lo scrittore Rocco Scotellaro - di cui s'innamorò e col quale rimase sino alla morte di lui - che le presentò poi Carlo Levi) e gli artisti che avrebbero successivamente dato vita all'avanguardia del gruppo 63.
Negli anni Sessanta si iscrisse al PCI nel 1958 e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l'attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini.
Nel 1963 pubblicò su Il Menabò ventiquattro poesie. L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche, edita da Garzanti. Nel 1981 uscì Impromptu, un lungo poema diviso in tredici sezioni, e nel 1983 Appunti sparsi e persi, scritti tra il 1952 e il 1963. Molti dei suoi racconti in prosa furono pubblicati nel 1968, con il titolo Diario ottuso.
La protratta malattia e la conseguente morte della madre le causarono un esaurimento nervoso. L'apprendere di essere affetta dal morbo di Parkinson, nel 1969, non le impedì di proseguire gli studi di musicologia.
È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida il'11 febbraio 1996 per cause connesse ad una grave depressione. La data del suicidio segna forse volontariamente un nesso indelebile con quella di Sylvia Plath, autrice che la Rosselli tradusse ed amò anche sul piano dell'indagine biografica.
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