Incontro con Vittorio Stagnani
Lunari di Puglia di Lavermicocca Nino, Maurogiovanni Vito, Stagnani Vittorio, ed. Progedit 2006
I lunari erano una volta, per i nostri nonni, uno strumento utile per segnare e scandire attraverso le fasi della luna il ritmo delle feste e del lavoro, dei piaceri e dell'impegno. Oggi, possiamo chiamare "Lunari" quegli scrigni preziosi di notizie, fatti e curiosità che attingono a piene mani e restituiscono la sapienza, la cultura, le tradizioni e il gusto di un popolo e di una terra. "Lunari di Puglia" presenta la Puglia che non conosciamo: un percorso ragionato e puntuale tra la flora e la fauna, i prodotti tipici, i sapori e la gastronomia, ma anche una visita ai suoi santi, un itinerario tra masserie, musei e cattedrali, feste, sagre e tradizioni, che si snoda mese per mese illustrando i mille volti e le atmosfere sempre diverse di questa regione. Per scrivere i Lunari di Puglia, giorno per giorno, hanno mescolato i loro saperi tre diversi scrittori: Vito Maurogiovanni, profondo conoscitore del "come eravamo", Nino Lavermicocca, saggista e studioso di arte e di storia, Vittorio Stagnani, giornalista ed esperto di tradizioni e gastronomia, il quale impreziosisce il volume dei suoi acquerelli.
Vittorio Stagnani (Roma 1942), giornalista e scrittore, collabora a “La Gazzetta del Mezzogiorno” e a diverse altre testate. Ha scritto "Cucina vecchi buoni piatti di Puglia e Lucania" (Bari 2004), "Sotto schiaffo. Storie di usura" (Bari 2005), "Lunari di Puglia" (Bari 2006, con Vito Maurogiovanni e Nino Lavermicocca). Bibliografia
28 marzo - Contro natura. Una lettera al Papa
Incontro con Francesco Remotti
Contro natura. Una lettera al Papa di Francesco Remotti, ed. Laterza 2008
In breve (fonte: laterza.it) Per la Chiesa cattolica la natura umana è una, stabile e permanente. Ma esiste una norma e chi la stabilisce? Un antropologo affronta e discute una concezione univoca, rocciosa, imperiosa dell’essere uomini.
Natura e ‘contro natura’, giusto e sbagliato. Chi vuole l’assoluto e chi si accontenta del relativo. Chi cerca un modello universale e chi persegue il riconoscimento delle differenze. In queste pagine, due mondi a confronto, quello del dogma e delle certezze e quello della scienza che interpreta il vivere degli uomini in società e coltiva l’ambizione di conoscerlo da vicino.
«Santità, come molti altri cittadini italiani e del mondo, seguo con attenzione le manifestazioni del Suo pensiero in merito ai molti problemi che caratterizzano il nostro tempo. Le analisi e le riflessioni che verranno esposte nelle diverse parti di questo libro cercano di rispondere alla ‘sfida’ che Lei ha lanciato con i suoi attacchi contro il relativismo culturale, le unioni gay e tutto ciò che Lei ritiene essere ‘contro natura’. Avranno se non altro il merito di porre alla prova la proponibilità di un sapere che fa della molteplicitàirriducibile delle soluzioni umane il suo interesse principale e il suo punto di forza.»
Francesco Remotti è ordinario di Antropologia culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. I suoi interessi riguardano la teoria della ricerca antropologica (Noi, primitivi. Lo specchio dell’antropologia, Torino 1990), la riflessione sui processi antropo-poietici (Forme di umanità, Milano 2002) e, più recentemente, temi tanatologici (Morte e trasformazione dei corpi, Milano 2006). Svolge ricerche etnografiche presso i BaNande del Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo) e ricerche etnostoriche sui regni precoloniali dell’Africa equatoriale. Bibliografia
3 aprile Americane avventurose
2 incontri (uno con i ragazzi dell'Istituto Statale d'Arte di Corato e l'altro nella libreria Anima Mundi) con Cristina De Stefano
Americane avventurose di Cristina De Stefano ed. Adelphi 2007
Recensione di Silvia Giuberti tratta da ilsole24.com
Essere donna -in una storia qualsiasi- è avventura. Imposta straordinaria e particolarmente gravosa del tratto finale di un'evoluzione umana che ha aperto in un ventaglio di ruoli la creatura femminile. Avventura di stile e tormento, di fascino e discrezione. Di fedeltà -anche se adultera, grintosa, rivoluzionaria, depressa- a una femminilità che è sempre gioco doloroso di incontri, amori e indipendenza.
Ci sono grandi uomini, le cui vite pesano come pietre miliari sul tragitto della storia. Ma le donne leggendarie -eroine, pioniere, bellezze- non finiscono di stupire e affascinare per "la grazia della leggerezza".
Cristina De Stefano, giornalista e scrittrice, ne ha messe venti in ordine alfabetico. Americane del ventesimo secolo. Divine e distanti nel bianco e nero tecnico di scatti d'autore. E in quello anagrafico di date di nascita e morte. Eppure vive. Mosse, sgranate, sfocate nelle turbolenze, sconfitte, e infelicità emblematiche. A fuoco -e fiamme- nella determinazione, nella passione imperativa e insolente.
L'autrice stessa ha composto la sua personale avventura: restituire in vibrante sintesi, da "una massa eterogenea di libri, articoli e interviste", eventi e sostanza di vite sconfinate. Con taglio giornalistico e incalzante, eppure attento al mistero che si svela nei fatti. Puntuale nella scenografia dei tempi: quei decenni del Novecento fatti di guerre e grattacieli, di appartamenti alla moda e campagne ambientaliste, di cinema e salotti, di lusso e sesso, tra genio pionieristico e società da destare.
Un manuale di sopravvivenza per l'anima di donna, dove il vivere sopra le righe riconduce, tuttavia, alla scansione di un alfabeto per tutte cruciale: amore, famiglia, figli, lavoro, solitudine, uomini.
Dalla A di Abbott -Berenice, che fotografò ogni angolo di New York così come campi magnetici, bolle di sapone e correnti d'aria, tagliando i capelli alla maschietta e il romanticismo nuziale: "Il matrimonio è la fine per una donna che vuole fare il suo lavoro. E' buono solo per gli uomini"- alla W di West -la tuttacurve Mae, antesignana bad girl che portò il sesso a Hollywood come "qualcosa di cui bisogna saper ridere" e appuntò pillole di metodica ironia in una quantità di testi e brogliacci, elogio della forza che ogni donna dovrebbe avere, "sia nella bontà sia nella cattiveria"-, i brevi capitoli ritagliano silhouettes dinamiche e eleganti.
Abile, la De Stefano, nell'introdurre in poche righe d'apertura un destino. E nel rendere racconto vitale anche la morte -incredibilmente narrativa e consequenziale- di ogni sua eroina. "Un tipo antropologico ben definito" e coerente, che insegue una meta e ne fa percorso. Mentre i successi si alternano ai fallimenti, la povertà alla ricchezza, la bellezza al decadimento. E le fedi nuziali si infilano e sfilano dalle dita con la stessa facilità con cui si infilano nei letti uomini -o donne- amanti.
Dorothy Dandridge, bellissima attrice di colore, visse per ottenere un ruolo cinematografico che non fosse da schiava o regina della giungla. La folle poetessa Anne Sexton studiò e levigò per anni il suo suicidio, come il falegname che vuole "sapere quali attrezzi" e non "perché costruire". L'arredatrice Dorothy Draper costrinse un fattore a cambiare la razza delle mucche al pascolo per intonarle a un suo nuovo resort di campagna. La modella Lee Miller abbandonò la leggendaria bellezza per fotografare il volto atroce della morte in guerra. E la pilota Amelia Earhart trasvolò oceani per poi sparire misteriosamente in volo.
Che fossero artiste o scienziate, signore da salotto o mogli di celebri uomini, le americane avventurose firmarono al femminile un secolo.
Cristina De Stefano quando era bambina sognava di scrivere il seguito di Via col vento e ci lavorava seriamente. Non ce l'ha fatta, ma ha comunque finito per occuparsi di libri. Ne parla ogni mese su Elle e ne scrive di suoi . Vive a Parigi con un marito, due figli e un gatto. Bibliografia
17 aprile - Leggimi forte
Incontro con Rita Valentino Merletti
LEGGIMI FORTE. Accompagnare i bambini nel grande universo della lettura di Bruno Tognolini e Rita Valentino Merletti ed. Salani 2006
fonte: magiadellascrittura.it
“Leggimi forte” che significa “ad alta voce” ma anche “leggimi forte” che suona un po’ come “abbracciami forte”, cioè cullami con le parole, dammi conforto e rassicurami con la tua voce, fammi sognare con il racconto, stiamo vicini, viviamo insieme questa storia…
E' il titolo di un saggio scritto a 4 mani da Bruno Tognolini (autore di testi per bambini e ragazzi) e Rita Valentino Merletti (esperta di letteratura per l’infanzia).Il libro spiega come far nascere nei bambini l’amore per i libri e la lettura, e come tessere un rapporto complice e speciale tra genitori e figli con il filo dei racconti, delle storie, delle filastrocche. Un rapporto-lettura che coinvolge tutti i sensi e fa stare bene tutt’e tre, mamma, papà e bambino.
Si è trattato di un ciclo lunghissimo iniziato a settembre durante la Festa dei lettori 2007 e conclusosi ad aprile 2008.
Ha coinvolto le scuole elementari della città e i risultati sono visibili su un blog (www.fiabeinpatchwork.blogspot.com).
*Perchè patchwork?
Perchè si è trattato di un lavoro di “cucito” in cui da un numero x di pagine 58 sono state create delle storie nuove di zecca.
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