La Costituzione raccontata ai bambini
di Flavia Ferrante
di Flavia Ferrante
Art. 16: Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.
Art. 17: i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Art. 18: i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Questi gli articoli della costituzione, rivisitati da Anna Sarfatti nel suo “La costituzione raccontata ai bambini", che hanno ispirato la creazione del grande libro puzzle illustrato durante il laboratorio (organizzato dai Presidi del Libro di Corato)di “creAzione favolosa” tenuto nei giorni scorsi presso la biblioteca comunale dall'illustratrice per l’infanzia Manuela Trimboli.
L’iniziativa, promossa dalla Regione Puglia assessorato al Mediterraneo in collaborazione con l'associazione dei Presidi del Libro, ha visto soprattutto nel pomeriggio di venerdì 19, la partecipazione di molti bambini dai nove agli undici anni che, con la collaborazione e l’entusiasmo tipici dell’infanzia, hanno seguito le indicazioni di Manuela Trimboli, divertendosi con i colori e con le nuove tecniche insegnategli.
Una “costituzione” costruita pezzo per pezzo, e soprattutto con impegno e vivacità, questo il risultato dell’iniziativa.
L’iniziativa, promossa dalla Regione Puglia assessorato al Mediterraneo in collaborazione con l'associazione dei Presidi del Libro, ha visto soprattutto nel pomeriggio di venerdì 19, la partecipazione di molti bambini dai nove agli undici anni che, con la collaborazione e l’entusiasmo tipici dell’infanzia, hanno seguito le indicazioni di Manuela Trimboli, divertendosi con i colori e con le nuove tecniche insegnategli.
Una “costituzione” costruita pezzo per pezzo, e soprattutto con impegno e vivacità, questo il risultato dell’iniziativa.
Un risultato che dovrebbe far riflettere i più grandi in un’ epoca di individualismo, in un’epoca in cui i cittadini si riuniscono di rado e in un’epoca in cui la collaborazione e l’entusiasmo sembrano carateristiche inutili e infantili, un laboratorio che dovrebbe insegnare agli adulti che dai bambini si ha sempre molto da imparare...
28 dicembre 2008
Fonte: coratolive.it
IL LIBRO
Ascolta i NON DEVI, bambino,ascolta i NON C'E',ascolta i NON PUOI,gli IMPOSSIBILE, i MACCHE',ascolta i NON SOGNARTI,ma dopo ascoltami un po':tutto può succedere, bambino,TUTTO si può.Shel Silverstein, Strada con uscita, Salani 1994
La Costituzione raccontata ai bambini di Anna Sarfatti, disegni di Serena Riglietti, ed. Mondadori 2006
Anna Sarfatti insegna nella scuola elementare, è autrice di libri per l’infanzia, traduttrice delle opere di Theodor Seuss Geisel, uno dei massimi rappresentanti americani della letteratura per l'infanzia. Bibliografia
N.B. LA PRESENTAZIONE DI TERESA MATTEI RENDE QUESTO LIBRO PREZIOSISSIMO!
TERESA MATTEI CHI?!
Teresa Mattei
"La ragazza del Novecento"
di
Claudia Riconda, la Repubblica, 30-05-2006Una ragazzina che per la foto con De Nicola alla consegna della Costituzione aveva addosso il vestito di sua madre e le scarpe scalcagnate».
E´ ancora lei. Anche se oggi è una signora di 85 anni con una vita che è materia di tesi di laurea, Teresa Mattei sarà per sempre quella ragazza del Novecento.
La partigiana Chicchi, ribelle, fedele a se stessa e ai valori per cui ha sempre lottato.
La giustizia e la libertà. «I valori su cui dovrebbe essere fondata la nostra Repubblica».
Già madre a 25 anni, anzi Madre: la Costituzione l´ha scritta lei.
La più giovane deputata italiana alla Costituente, la «ragazzina» di Montecitorio.
Una delle tre donne ancora in vita delle ventuno che fecero parte di quell´Assemblea, l´unica degli eletti in Toscana che può ancora raccontare quel 2 giugno del 1946: «Fu un giorno emozionante per tutte le donne italiane che votarono per la prima volta, e per me.
Ero candidata per il Pci nel collegio di Firenze e Pistoia, ma non votai per me stessa.
Mi sembrava una cosa vergognosa: sentivo di prendere il posto di chi valeva più di me, di chi era morto per liberare il nostro paese.
Votai per Giuseppe Rossi, un operaio diventato intellettuale in galera».
Teresa Mattei, che ieri ha tenuto la sua orazione civile nel consiglio straordinario che la Provincia ha dedicato ai sessant´anni dal voto alle donne, ha consegnato la sua vita all´Italia.
L´ha fatto a vent´anni, come partigiana gappista, per liberare il paese e Firenze dai nazifascisti, e lo fa ancora oggi, girando di scuola in scuola, di città in città, per salvare l´Italia da quello che lei definisce «un orrendo attentato alla nostra Costituzione: l´efferata legge di riforma che a giugno abrogheremo con il referendum.
La Costituzione va difesa con le unghie e con i denti: non deve essere modificata, va solo applicata.
Se i principi di parità e uguaglianza lì sanciti fossero stati applicati, forse oggi sarebbero le donne a governare questo paese».
Un voto, quello di sessant´anni fa, figlio del contributo decisivo delle donne alla Resistenza. «Quel voto ce lo siamo conquistate.
Nessuna Resistenza sarebbe potuta essere senza le donne.
Si dice che furono poche le partigiane, ma non è vero: ogni donna che io ho incontrato in quel periodo era una partigiana.
Per aver diviso a metà una patata con chi aveva fame, aver svuotato gli armadi per vestire i disertori, aver rischiato la vita tenendo in soffitta profughi o ebrei.
Era quella la vera Resistenza.
Io ho combattuto, ma certo non mi divertivo a far saltare i treni o altre cose.
La violenza dei tedeschi l´ho pagata sulla mia pelle di donna».
Cosa volesse dire, allora, diventare cittadine non è facile da capire oggi.
«Significava acquisire una parte di quella sovranità che spettava a tutti. Ogni cittadino era sovrano, libero di realizzare un suo progetto di vita. Le donne non ne furono pienamente consapevoli, ma sentivano che quel potere spettava anche a loro.
Avevano patito troppe ingiustizie. In guerra avevano guidato treni, fatto le postine, poi finita la guerra erano state rimandate a casa. In campagna elettorale per la Costituente parlai con le infermiere di Careggi: mi confessarono che erano tutte ragazze madri perché le leggi fasciste impedivano loro di sposarsi e di riconoscere i figli».
Da partigiana a candidata per il Pci alla Costituente. Fu Togliatti, segretario del partito, a dire: Teresa Mattei la voglio a Roma.
«Il partito mi mise in mano un foglietto: tieni, i comizi li fai su questi argomenti. Io mi ribellai: no, dissi, io non seguo ordini.
Voglio essere una ragazza che dice quello che sente, racconterò la verità della vita.
Parlavo alle donne di uguaglianza, di accesso paritario, libertà di studiare. E le donne cominciavano a crederci. La guerra, svuotando le case, le aveva lasciate sole a gestire tutto: era stata la guerra a renderle responsabili».
Alla Costituente furono elette 21 donne su 556 deputati.
L´accoglienza a Montecitorio fu un misto di paternalismo, dileggio, stima.
«Imbarazzo, soprattutto. E interesse per le più giovani e carine, tutto un chiedere con chi erano state a letto per essersi potute guadagnare quel posto.
Un´atmosfera non troppo diversa da oggi se Rosi Bindi si deve sentire offendere in quel modo becero.
Un giorno alla Costituente feci un discorso sulla parità di accesso in magistratura. Si alzò un deputato liberale: signorina, mi disse, non onorevole ma disse proprio signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?
E io gli risposi: ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese. C´era, insomma, uno spirito maschilista che si ribellava alle avanguardie di un esercito che sospettavano terribile».
Sei ministri donne nel governo Prodi, di cui cinque senza portafoglio, le avanguardie sono rimaste tali.
«Nemmeno un terzo di quanto è stato sancito dalla Costituzione si è realizzato.
All´epoca eravamo convinte che quelle leggi sulla parità sarebbero entrate subito in vigore, ma sono rimasti principi sulla carta.
Nonostante mi fossi battuta per far inserire nel secondo comma dell'articolo tre quella formula "di fatto"».
Si deve proprio a Teresa Mattei se quel comma fu poi così definitivamente formulato: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
«Era un bel proclama, ma mancava quell´immissione di concretezza.
E proposi quel "di fatto": fu accettato, non senza qualche alzata di sopracciglia. Solo una donna poteva avere quell'accortezza».